Festa del sacrificio… ma di chi? Ovvero: “Fisiopatologia della morte quando la crudeltà assume connotati religiosi (macellazione rituale)” – E proposte di salvaguardia animale presentate al Governo
“La festa del sacrificio non é una festa e non é nemmeno un sacrificio… é solo un inutile massacro..” (Saul Arpino)
Ognuno sa che nel sangue di un animale ucciso si depositano immediatamente alcune tossine, sia quelle legate al terrore della morte che quelle legate al processo di decomposizione che si avvia pressoché immediatamente dal momento dell’uccisione.
La carne degli animali appena macellati contiene adrenalina e altri neurotrasmettitori legati alla paura, altre sostanze tossiche, come la cadaverina, si formano conseguentemente e in condizioni di conservazione sfavorevole. Per questa ragione gli animali predatori preferiscono cibarsi immediatamente dell’animale ucciso soprattutto ingerendo gli organi interni e lasciano la carcassa con il sangue rappreso al consumo degli spazzini (canidi, avvoltoi, etc.). Per poter assimilare le sostanze del cadavere, comunque, anche questi spazzini debbono attendere la frollatura del cadavere. Infatti chi vive in campagna sa benissimo che le volpi uccidono gli animali da cortile ma non li consumano immediatamente, li sotterrano per mangiarseli a frollatura ultima dopo diversi giorni dalla morte (cioè quando il cadavere é stato abbastanza “purificato” dall’azione dei germi e vermi della putrefazione). L’uomo che é di natura un frugivoro, come tutte le scimmie antropomorfe, (molto simile ai canidi, agli orsi ed ai suini) ha anch’egli problemi di assimilazione della carne.
Anticamente i cosiddetti cacciatori vagavano nelle savane alla ricerca di animali uccisi dai grandi predatori (leoni, tigri, etc.) ed osservando il volo degli uccelli individuavano il cadavere dell’erbivoro, nell’eventualità scacciavano le jene che vi pasteggiavano e “rubavano” la carcassa bella e frollata e quindi commestibile (magari abbrustolita al fuoco).
Il processo di “maturazione” é assolutamente necessario per nutrirsi delle carni tant’é che anche oggi nei macelli l’animale ucciso viene lasciato nella cella frigorifera per almeno una decina di giorni prima di passarlo al consumo umano. La carne degli animali macellati (o comunque uccisi) viene fatta frollare prima del consumo in quanto subito è dura, a causa del rigor mortis, che consiste in una serie di reazioni biochimiche che avvengono nel muscolo in assenza di ossigeno, che dopo poco dalla morte viene a mancare; la frollatura inoltre porta ad altre reazioni biochimiche con spezzettamento delle proteine, cosa che rende la carne più digeribile. (Nota 1)
Ma torniamo al sangue… Nei luoghi dove la temperatura é troppo calda, e nell’animale ucciso il processo di decomposizione e di rilascio di cadaverina nel sangue é veloce, é decisamente consigliabile che l’animale venga preventivamente dissanguato, da qui l’usanza musulmana ed ebrea di sgozzare l’armento lasciando colare il sangue (l’antico tempio di Gerusalemme era in verità un enorme macello).
Alcuni lettori che vivono al sud, in campagna, ricorderanno che le massaie quando tagliavano la gola a qualche animaletto da cortile lo appendevano poi a testa in giù per lasciar colare tutto il sangue. Queste usanze avevano una ragione salutistica legata soprattutto al luogo in cui si vive ed al tempo in cui tali dettami igienici furono individuati. La stessa cosa dicasi, ad esempio, per la proibizione, rivolta a musulmani ed ebrei, di cibarsi di suini, che mangiano pure la merda e per loro natura sono portatori di malattie varie…
Pertanto le proibizioni e le ingiunzioni sui modi “sacri” di uccidere l’animale e cibarsene sono diventati una norma religiosa, che come sappiamo nell’antichità era l’unico modo per far sì che venissero rispettate regole igieniche (magari per paura dell’inferno o della punizione divina). Oggi queste norme in massima parte son divenute obsolete ma in qualsiasi luogo o latitudine restano in vigore a causa di bigottismo….
Inoltre, in spregio ad ogni logica etica, va notato che tali “leggi religiose” sono anche “pelose” (cioé tese a giustificare l’uccisione di animali, nel modo meno pericoloso possibile per l’uomo, senza minimamente tener conto dell’animale stesso). Notiamo che oggi in un mondo globalizzato la reperibilità di cibo vegetale é estremamente facilitata per cui la necessità di nutrirsi di animali (come avveniva due o tremila anni fa per gli abitanti di zone aride o ghiacciate) é praticamente nulla. L’agricoltura moderna, anche senza ricorrere agli ogm o ai pesticidi, può sfamare i miliardi abitanti del pianeta, se la produzione alimentare non venisse utilizzata massimamente per nutrire le bestie da macello (cosa antiecologica ed antietica), con forte ricaduta di inquinamento e aumento dell’effetto serra (consumo eccessivo di acqua, deiezioni animali, consumo dei suoli, desertificazione, etc.).
Ma le religioni, che sono ascientifiche ed illogiche per loro natura, hanno perso ogni buona qualità tenendo in piedi nei libretti “sacri” regole incongrue e controverse alla luce della coscienza e di una morale più elevata: “Il carnivorismo reprime non solo il sentimento di compassione verso la sofferenza dell’animale, ma induce alla durezza del cuore e all’insensibilità l’essere umano verso i suoi stessi simili; inoltre impedisce all’individuo lo sviluppo del senso critico e la capacità di guardare agli effetti prodotti dalle sue stesse azioni.. (Franco Libero Manco)”
Leggiamo ora i dettami “religiosi” imposti al buon musulmano: “La mattina della festa del sacrificio, Dhul-Hijja, (quest’anno 16 novembre 2010) il musulmano fa il Ghusl (che è sunna) e mette i suoi nuovi vestiti quindi parte per compiere una preghiera di due Rak’at (che è una sunna sostenuta) alla moschea dietro l’Imam (chiamata: preghiera dell’Aid), ascolta la predica dell’Imam, quindi dopo che l’Imam sacrifica (sgozza, immola) la bestia (montone o altro), il musulmano sgozza la sua bestia (dopo aver pronunciato il nome di Dio): L’immolazione deve avere luogo dunque dopo la preghiera della festa. Secondo un hadith, il profeta – pace e benedizioni su lui – ha detto: “Quello che immola prima della preghiera della festa, non avrà fatto che abbattere un animale per essere consumato, ma quello che immoli dopo questa preghiera avrà offerto un sacrificio rituale. Occorre farlo dopo che l’Imam ha sgozzato la sua bestia. Occorre pronunciare il nome di dio (Bismillah, Allahu Akbar) prima di sgozzare la bestia. Per i malikiti fra le condizioni di validità del sacrificio è che deve essere fatto in giorno e per niente la notte; ed è il musulmano che deve sgozzare esclusivamente (se il musulmano fa sgozzare il suo sacrificio da un cristiano ad esempio, il suo sacrificio non è valido per l’Aid benché sia mangiabile). Al-Fiqh `ala al-madhahib al-arbaa tome pagine 647 et 648.
Per una par condicio dovrei anche menzionare le normative ebraiche per l’uccisione degli animali (kosher) prevista con un solo taglio alla gola eseguito con un coltello affilatissimo e con dissanguamento lento… ma lasciamo da parte per “pietas” umana queste metodologie della morte…. (che tra l’altro non possono essere messe in discussione come dichiarato: “La macellazione ebraica – e qui deve esserci chiarezza e onestà da parte nostra – viene eseguita così e non può né potrà essere eseguita diversamente.. – www.romacer.org/aefiles/La%20macellazione%20ebraica.doc -”
Per evitare che con la scusa della “religione” o del “commercio” le altre specie animali siano deprivate totalmente dei loro diritti esistenziali riporto qui di seguito le richieste fatte, da varie associazioni vegetariane, ivi compreso il Circolo Vegetariano VV.TT., al Governo, in merito al rapporto Uomo/animali:
- rendere attuabile la Dichiarazione Universale per i Diritti degli Animali proclamata dall’Unesco nel 1978 e riconoscere gli animali quali soggetti di diritto;
- salvaguardare il benessere degli animali mediante l’applicazione delle normative inerenti la detenzione, il trasporto e lo stordimento prima della macellazione;
- vietare la macellazione rituale o modificare il decreto legislativo n.333/98 che consente alle comunità islamiche ed ebraiche di uccidere gli animali senza stordimento;
- sia riconosciuto agli equidi lo status di animali d’affezione;
- favorire la ricerca di metodi alternativi alla vivisezione, con modifiche alla normativa n. 116/92, abolendo la deroga per la sperimentazione senza anestesia; vietare l’utilizzo degli animali nella didattica e la possibilità di sperimentare su cani, gatti, cavalli e primati non umani;
- vietare l’utilizzo di animali per uso bellico, sportivo e per i test di tossicità dei prodotti cosmetici e loro componenti;
- applicazione della legge n. 157/92 inerente le normative comunitarie in materia di caccia;
- vietare la pratica dell’uccellagione e del bracconaggio, l’uso di richiami vivi ed estendere la protezione della legge 157/92 a tutti gli uccelli migratori. Quindi ridurre il periodo di attività venatoria. Vietare la caccia nei terreni privati, nei parchi e nelle aree protette e sia esclusa la caccia dai finanziamenti del Coni;
- sia modificato l’art. 727 del codice penale in materia di abbandono di animali, eliminando dall’art. 1 del testo il termine “gravi” nella frase “ condizioni produttive di gravi sofferenze per l’animale”.
- estendere le sanzioni previste dalla legge 189/04 ai responsabili dei canili e stabulari in caso di condizioni sanitarie ed etologiche incompatibili con la natura dell’animale.
- impegnarsi affinché l’art. 3 della legge 189/04 venga applicata anche alle manifestazioni storiche e culturali;
- modifiche alle leggi speciali su circhi, zoo, palii, rodei e manifestazioni con uso di animali, quindi vietare l’utilizzo di animali nelle fiere, nelle feste popolari e religiose. – vietare inoltre l’importazione e la detenzione di animali esotici;
- osservanza della legge contro l’uso di pelli e pellicce di animali d’affezione;
- rispetto della quota di pesca, secondo le normative europee per impedire il saccheggio dei mari, la pesca indiscriminata e a strascico;
- normative inerenti la protezione dei consumatori da frodi alimentari e cibi contaminati da inquinanti chimici, medicinali di sintesi e metalli pesanti;
- garantire l’alternativa del pasto vegetariano nelle mense sociali, negli ospedali ed in tutti i ristori pubblici;
- sia abolita ogni propaganda pubblicitaria, diretta o indiretta, verbale o attraverso immagini, che possa favorire il consumo di ogni tipo di prodotto carneo, compreso il pesce;
- sia data, nei programmi televisivi, agli esponenti della cultura vegetariana, la possibilità di esporre le proprie argomentazioni in materia di prevenzione e cura delle malattie dovute a cattiva alimentazione;
- sia sostenuta da parte dei mezzi televisivi, specialmente RAI e Mediaset, la politica della prevenzione delle malattie attraverso programmi di educazione alimentare che pongano in evidenza i benefici dell’alimentazione vegetariana.
Beh, ho voluto scrivere questo articolo dopo la lettera ricevuta da Adriano Fragano, della provincia di Treviso, che dice: “Care amiche e cari amici, vi scrivo per proporvi di aderire ad una lettera aperta che ho intenzione di inviare ai giornali locali e che è destinata al Sindaco di Ponte di Piave che ha avuto la brillante idea di proporre l’apertura di un macello rituale ad Oderzo per evitare il ripetersi dei ritrovamenti di teste mozzate di animali abbandonate nei fossati del suo comune…” – Lettera pubblicata nel Sito del Circolo Vegetariano VV.TT.
Passo e chiudo, Paolo D’Arpini
Presidente del Circolo Vegetariano VV.TT.
….
Nota 1
Subito dopo la macellazione la carne ha caratteristiche di scarsa commestibilità che migliorano con la frollatura a causa del rigor mortis e dello stato strutturale delle proteine muscolari. La frollatura si svolge mediante mantenimento dei quarti a 0-4 °C e ad un’umidità relativa del 75% per un periodo di 10-14 giorni dopo la macellazione. La frollatura è una proteolisi attuata da enzimi di origine microbica e tissulare e permette alla carne di acquisire un maggior grado di tenerezza e succosità, una perdita di colore. Lo sviluppo moderato di sostanze aromatiche (chetoni, aldeidi, ammoniaca, ammine, idrogeno solforato, ecc.) conferiscono alla carne una maggiore serbevolezza. Un’elevata carica microbica iniziale, un prolungamento della frollatura e un’alterazione delle condizioni ambientali rendono tali processi di tipo degenerativo e causano il deperimento della carne per putrefazione.
La proteolisi e la putrefazione sono due processi fra loro strettamente correlati in quanto il primo è il preludio al secondo e, in parte, si sovrappongono con intensità via via crescente della putrefazione. La proteolisi consiste nella rottura della struttura primaria delle proteine e, quindi, nello sviluppo di catene polipeptidiche più piccole e di amminoacidi liberi. In generale la proteolisi porta ad un aumento della digeribilità delle proteine (che non possono essere assorbite dall’organismo come tali, ma solo se “spezzettate” nei loro elementi costituenti, gli aminoacidi – anche quelle vegetali- n.d.r.) ma, anche, ad una potenziale riduzione del loro valore nutritivo. La putrefazione propriamente detta consiste invece nella distruzione degli amminoacidi, con conseguente sviluppo di composti fortemente aromatici derivati dal metabolismo dell’azoto (ammoniaca, ammine, cadaverina, putrescina, ecc.) e dello zolfo (idrogeno solforato, mercaptani). I primi sono responsabili di odori pungenti e sgradevoli che ricordano, ad esempio, il pesce marcio, i secondi degli odori sgradevoli che ricordano le uova marce. (Wikipedia)
………………
Commento ricevuto da un “addetto ai lavori”:
Caro Paolo D’Arpini, concordo quasi al 100% con la tua “lettera aperta” se non che c’è il discorso dell’apertura e della tolleranza nei confronti degli stranieri e ho sentito spesso dire da gente comune: “Se vogliono venire nel nostro paese devono adeguarsi alle nostre leggi”. Oppure: “Se noi andiamo nel loro paese dobbiamo adeguarci alle loro usanze – e quindi, niente chiese cristiane, donne che devono girare col velo, ecc. ecc.”. Ma cos’è giusto e cos’è sbagliato?
E’ giusto che noi ci apriamo nei loro confronti visto che le loro abitudini sono condizionate da motivi religiosi? Sarebbe giusto che loro si adeguassero alle nostre leggi in tutto?
Le leggi le fanno le persone, non sono legate ad un pezzo di terra, a dei confini virtuali. Ci sono dei diritti che si possono considerare universali? Gli animali da noi devono essere macellati previo stordimento, ma c’è la deroga per “motivi religiosi”. Potrebbe essere fatta da loro (gli islamici) una deroga al non stordimento degli animali, considerando che la prassi sia stata messa in atto per un fatto di migliore conservazione della carne in condizioni igieniche e di temperatura non ottimali?
Inoltre, che io sappia, il sangue è la cosa più pulita che esista. Parlo di sangue di animali sani, ovviamente. Ricordo sempre cosa mi disse una volta una dottoressa: ero molto giovane ma ricordo che questa frase mi colpì molto, si parlava delle macchie di sangue. “Il sangue è la cosa più pulita del mondo, se così non fosse l’individuo sarebbe malato o morto e allora perché per i musulmani il sangue è considerato impuro e deve essere eliminato? Secondo quali conoscenze?
E’ vero che il sangue nella carne facilita la putrefazione, ma semplicemente perché, essendo il sangue un materiale umido e ricco di sostanze nutritive (quelle che vengono portate diligentemente a tutte le cellule del nostro corpo) i batteri presenti normalmente nell’ambiente e quindi anche sulla superficie delle carcasse si riproducono e colonizzano i tessiti muscolari, ma questo non se le carni vengono mantenute in regime di freddo (la maggior parte dei batteri si riproduce all’incirca alla nostra temperatura corporea).
Già che ci sono, una piccola considerazione sulla dannosità o meno del consumo della carne mi piacerebbe sapere se è mai stata fatta un’indagine seria e non di parte sulla eventuale correlazione tra il consumo di carne e i disturbi dell’organismo, dai tumori a tutti gli altri. Se ce ne sono mi piacerebbe leggerle (e le cercherò, per quello che mi è possibile, stanne tranquillo), se non ce ne sono mi offro volontaria per visionare le cartelle cliniche di pazienti colpiti da tumori o da altre malattie che si pensi possano essere correlate al consumo di carne. Secondo il dott. Ryke Geerd Hamer il tumore non è affatto legato all’inquinamento ambientale, ma ad un conflitto psichico…….
Allora? Si saprà mai veramente la verità o andremo avanti ancora per molto con queste credenze, smentite, contro-smentite, ipotesi, ecc.
L’opinione che mi sono fatta io è che bisogna vivere in armonia (ma anche questa è un presupposto un po’ indefinito e indefinibile) con la Natura, senza esagerare in niente, sapendo che siamo un anello in una catena, un granello di sabbia in una spiaggia, una foglia in un bosco, una goccia nel mare, una stella nel cielo e che non devono esserci barriere alla libera circolazione dell’energia, dei pensieri, dei sentimenti…… e anche degli alimenti….
Caterina Regazzi, medico veterinario
………..
Altri articoli su macellazioni rituale:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=macellazione+rituale